Che fine ha fatto Angela Cavagna? La prorompente showgirl è diventata famosa come sexy infermiera di Striscia la Notizia grazie solo alle doti offertele da madre natura.
Nata nel 1968 a Genova abbandona ben presto la danza classica a causa delle abbondanti forme (100-60-95) ed esordisce nel piccolo schermo nel 1988 nella trasmissione Trisitors, condotta dai Trettrè. Qui la Cavagna canta e si esibisce in stacchetti sexy.
La notorietà arriva però quando sbarca a Striscia la notizia in qualità di infermiera sexy. In quegli stessi anni la Cavagna è protagonista di un duro scontro con Sabrina Salerno, per la quale ha lavorato in precedenza come ballerina e corista. Angela ha accusato Sabrina di essere ricorsa alla chirurgia estetica.
Angela Cavagna è stata anche volto femminile della trasmissione sportiva “Guida al campionato” e negli anni seguenti ha partecipato ad altre trasmissioni quali “Unomattina“, “Verissimo“, e “Buona Domenica“.
L’ultimo apparizione televisiva risale al 2006, quando partecipa alla terza edizione de “La Fattoria“. Grazie alle sue peripezie (prima eliminata e poi rientrata in sostituzione di Alvaro Vitali) e a quelle in studio del marito, Orlando Portento, (ve li ricordate i tormentoni “cammellate” e il “triccheballacche“?!) riesce ad arrivare in semifinale.
La procace genovese oltre ad essere stata modella per playboy, ha scritto un libro e inciso un disco dal titolo: “Io vi curo“.
In molti vi chiederete: “Che fine ha fatto Angela Cavagna?”
Da allora è praticamente scomparsa e nel 2009 ha anche divorziato col marito Orlando Portento.
I due sono stati coinvolti in una battaglia legale. Il conduttore televisivo Orlando Portento è stato infatti condannato dal tribunale perché ritenuto responsabile di ingiurie e minacce nei confronti della ex moglie.
Al centro delle accuse ci sono circa 2000 sms che sarebbero stati inviati da triccheballacche all’ex moglie in poco meno di un anno.
Portento è stato anche accusato di molestie, ma questo reato è stato giudicato “estinto per avvenuta oblazione di 258 euro”.
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